giovedì 8 maggio 2008
martedì 15 aprile 2008
si riparte dal basso
un terribile bronchite mi ha trattenuta qui a Vt e non sono tornata a votare.
ricordo con intensa emozione il discorso pronunciato in occasione del suo insediamento alla presidenza della Camera. I valori in cui avevo sempre creduto erano finalmente
rappresentati e le utopie sembravano diventare più concrete.
Che fare?
Che fare ora, da dove ricominciare?
Se è vero che le attuali minoranze non sono più rappresentate a causa oltre che
dei voti finiti al centro, del forte dato sull'astensionismo, della mancanza di fiducia verso uno accordo pre- elettorale dell'ultim'ora e
di un pd che ha voluto volare come un'ape verso un prato di margherite al sole della prima estate lasciandosi alla spalle rose rosse e papaveri rossi,
anche di una legge elettorale ingiusta.
Di certo l'alternanza bipolare affascina, può infondere un forte senso di stabilità, ma nell'Italia inciuciona e sopratutto in un momento di crisi economica globale. Continuo a pensare che l'Italia non abbia una classe politica in grado di affrontare difficoltà serie e di prendere decisioni anche dure e drastiche ma che risultino essere convincenti.
Resta inteso che, con mia grande e amara convinzione, la classe politica attuale è in corrispondenza diretta con il popolo che lo vota e lo sceglie.
I modelli sono quelli del tutto facile, tutto accessibile...la discussione e il dialogo non piacciono più a nessuno e ci hanno tolto il tempo e la buona prassi di poter fermarsi ad ascoltare l'altro.
Le sedi dei partiti sono vuote, a fare volantinaggio si pagano con 40 euro aspiranti soubrette e per i manifesti idem solo che ci sono i bisognosi quelli che possono pure sporcarsi le mani basta portare qualche euro in più a casa.
A supplire il ruolo svolto dai partiti c'è stata nel nuovo millennio il riconoscimento e l'emersione di gruppi cittadini che dal basso hanno fatto sentire la propria voce, hanno alimentato, e capillarmente sul tutto il territorio, discussioni e dibattiti su questioni locali e globali fino a costituire una vera e propria interfaccia con le istituzioni.
Nel 2006 questo fiato, questo piccolo esercito di pace e consapevole ha creduto di poter essere finalmente rappresentato e ci è riuscito però solo (mi viene da dire) nominalmente, delle sue istanze solo tanta polvere mentre a tutti gli effetti quella polvere, quelle chiacchiere sono serviti solo ad ottenere dei rinvii ma nessuna decisione definitiva per quelle istanze è stata presa.
Ora questo popolo non è più nominalmente rappresentato, non so esattamente questi cittadini se, per chi o cosa hanno votato.
Ma non voglio credere che siano scomparsi semplicemente nel nulla, non voglio pensare che essere società civile sia una moda.
Preferisco credere che essendo nata da scelte di coscienza e consapevolezza può solo decrescere o crescere e maturare verso una esperienza di pace contagiosa in cui l'impegno e il senso civico e civile siano i capisaldi di sempre.
ricordo con intensa emozione il discorso pronunciato in occasione del suo insediamento alla presidenza della Camera. I valori in cui avevo sempre creduto erano finalmente
rappresentati e le utopie sembravano diventare più concrete.
Che fare?
Che fare ora, da dove ricominciare?
Se è vero che le attuali minoranze non sono più rappresentate a causa oltre che
dei voti finiti al centro, del forte dato sull'astensionismo, della mancanza di fiducia verso uno accordo pre- elettorale dell'ultim'ora e
di un pd che ha voluto volare come un'ape verso un prato di margherite al sole della prima estate lasciandosi alla spalle rose rosse e papaveri rossi,
anche di una legge elettorale ingiusta.
Di certo l'alternanza bipolare affascina, può infondere un forte senso di stabilità, ma nell'Italia inciuciona e sopratutto in un momento di crisi economica globale. Continuo a pensare che l'Italia non abbia una classe politica in grado di affrontare difficoltà serie e di prendere decisioni anche dure e drastiche ma che risultino essere convincenti.
Resta inteso che, con mia grande e amara convinzione, la classe politica attuale è in corrispondenza diretta con il popolo che lo vota e lo sceglie.
I modelli sono quelli del tutto facile, tutto accessibile...la discussione e il dialogo non piacciono più a nessuno e ci hanno tolto il tempo e la buona prassi di poter fermarsi ad ascoltare l'altro.
Le sedi dei partiti sono vuote, a fare volantinaggio si pagano con 40 euro aspiranti soubrette e per i manifesti idem solo che ci sono i bisognosi quelli che possono pure sporcarsi le mani basta portare qualche euro in più a casa.
A supplire il ruolo svolto dai partiti c'è stata nel nuovo millennio il riconoscimento e l'emersione di gruppi cittadini che dal basso hanno fatto sentire la propria voce, hanno alimentato, e capillarmente sul tutto il territorio, discussioni e dibattiti su questioni locali e globali fino a costituire una vera e propria interfaccia con le istituzioni.
Nel 2006 questo fiato, questo piccolo esercito di pace e consapevole ha creduto di poter essere finalmente rappresentato e ci è riuscito però solo (mi viene da dire) nominalmente, delle sue istanze solo tanta polvere mentre a tutti gli effetti quella polvere, quelle chiacchiere sono serviti solo ad ottenere dei rinvii ma nessuna decisione definitiva per quelle istanze è stata presa.
Ora questo popolo non è più nominalmente rappresentato, non so esattamente questi cittadini se, per chi o cosa hanno votato.
Ma non voglio credere che siano scomparsi semplicemente nel nulla, non voglio pensare che essere società civile sia una moda.
Preferisco credere che essendo nata da scelte di coscienza e consapevolezza può solo decrescere o crescere e maturare verso una esperienza di pace contagiosa in cui l'impegno e il senso civico e civile siano i capisaldi di sempre.
sabato 16 febbraio 2008
L´ ABRUZZO PER TUTTI ...divenda Abruzzese anghe tu! Ora puoi!
SCOPRI ANGHE TU L'ABRUZZO, QUESCHTO SIMBATICO SCONOSCIUTO
Guida a cura dell'illuschtrissimo Prof. Andonio Di Giuschtino: etilista, maeschtro delle mazzate e tattico del Tressette
1 BREVE INTRODUZIONE E CENNI GENERALI
L' Abruzzo è una regione compresa all'interno dei confini dell'Abruzzo.
È bagnata ad Est dal mare Adriatico e al suo interno dal Montepulciano d'Abruzzo. L'Abruzzo è sito nel centro Italia, centro-nord o centro sud, a seconda di come gli fa più comodo. Gli abitanti vengono chiamati: Abruzzesi, Aprutini o Cafoni (dipende da chi li chiama).
Le attività principali sono: Industria, agricoltura, pesca, pastorizia, ricerca di finanziamenti europei, agriturismo, Project Financing, sagre ed eventuali.
L'attuale amministrazione regionale è di centrosinistra, o almeno così si dice in giro.
Il clima è variabile da zona a zona, di giorno in giorno, nel corso dell'intero anno solare.
La principale fonte di alimentazione è il porco, con immensa gioia degli abruzzesi, un po' meno del porco. Segue la pecora, sul podio il pesce, struzzo non pervenuto, la lepre (lu lebbr (1)) insegue.
L'unità monetaria in corso è 'Li sold' altrimenti detti 'Euri', che oltre al potere d'acquisto conferiscono anche prestigio e notorietà. Inoltre sostituiscono all'occorrenza tutte le altre unità di misura di uso comune. Se ostentati possono generare Mmìtia (l'invidia)
Gli sport principali praticati dagli abruzzesi sono: lu pallò (il calcio), lu bàsk (la pallacanestro), la pallavvò (la pallavolo), lu bàgn (il nuoto), la fèscht (la sagra) e la tàzz (l'etilismo). Alcune minoranze pedemontane praticano jù regbi (il rugby).
La Religione è Cattolica, ma viene messa a dura prova: nei bar, nei campi di calcio e soprattutto nelle banche. Le banche sono onnipresenti nel territorio abruzzese, forse aiutate da un particolare microclima appenninico, esse fioriscono nelle città (in particolare nei centri storici) in maniera spontanea sostituendosi ad altre attività. (ATTENZIONE, da tenere in seria considerazione: se si visita una città abruzzese evitare di affezionarsi a qualsivoglia attività commerciale e a nessun dipendente in particolare, poiché al vostro ritorno in una successiva visita potreste non trovarlo più.) Per motivi strettamente legati all'attività bancaria, nei pressi di una banca troverete sempre un Bar aperto.
L' abruzzese 'forte e gentile' è molto orgoglioso dei suoi cibi (consigliati), dei suoi vini (suggeriti), ma soprattutto dei suoi parenti (raccomandati), anche se il vanto supremo per l'abruzzese è rappresentato da Rocco Siffredi, in arte Rocco Tano.
Gli Abruzzesi sono un popolo molto cordiale, aperto, generoso, affabile, finchè non li conosci.
L'abruzzese è permaloso e se legge questa guida magari si incazza e mi mena pure, ma magari si incazzasse davvero...sarebbe un buon inizio.
2 CAPOLUOGO E PROVINGE
Le provinge sono quattro: L'Aquila, Pescara, Chieti e Teramo.
Dinamiche di provingia
L'Aquila Non ce l'ha con nessuno, si fa i fatti suoi perché tanto è il capoluogo: ci fa freddo, è piena di salite senza neanche una discesa e tutti giocano a rugby, anche vecchi e bambini. (Se durante una passeggiata vi sentite placcare da un'anziana, tranquilli, si usa)
L'amministrazione comunale è di centro...boh...vabbè tanto è uguale.
Il capoluogo se ne stà nascosto dietro al Gran Sasso e non da fastidio a nessuno, neanche quando vogliono bucare la montagna (anzi le piace, è guardona). Da che ho memoria è sempre stata lì, ferma.
Vanta: La fontana delle 99 cannelle; La fontana luminosa (costruita per fare cifra tonda); Collemaggio; La Perdonanza; un Mammuth morto e un Mario Magnotta vivo.
Pescara ce l'ha con L'Aquila, vuole essere il capoluogo in quanto lei ha i soldi, però con i soldi ancora non si è riuscita a comprare una delle poche cose che ancora gli mancano: la Storia (comunque si stanno attrezzando, forse se la fanno prestare da Chieti).
Per gli abruzzesi Pescara è una città costruita all'interno dell'Abruzzo, per i pescaresi l'Abruzzo è una regione costruita intorno a Pescara.
Vanta: Un sacco di soldi; un sacco di alberghi; un sacco di negozi; un porto canale; un Mare Adriatico; troppi politici; un asse attrezzato e il comico 'Nduccio.
Chieti ce l'ha con Pescara, perché vorrebbe essere Pescara e invece è Chieti. Chieti comunque è come Pescara, con meno soldi e senza mare. Pescara sta a Chieti come Milano sta a Milano 2. In ogni caso nel 'chietino si mangia, si beve e si fa casino'.
Vanta: Un po' meno soldi di Pescara; meno alberghi di Pescara; meno negozi di Pescara; un porto in meno di Pescara; un mare in meno di Pescara; qualche politico in meno di Pescara; un asse attrezzato come Pescara; uno Scalo in più di Pescara e il comico 'Nduccio, che è patrimonio comune ed è tutelato dal Ministero dei beni culturali. (e non zi tocca!)
Teramo ce l'ha con l'Aquila, con Pescara, con Chieti, con Roma e anche un po' con Teramo, perché non la caga nessuno e soprattutto perché non le lasciano un soldo (esclusa la Val Vibrata che è la Svizzera della provincia di Teramo).
Teramo vorrebbe essere:
A -Una qualunque delle altre province;
B -La Val Vibrata;
C -In provincia di Ascoli;
D -La Svizzera;
E -Un quartiere di Roma;
F -Tutte le cose contemporaneamente, tranne Teramo.
Ha talmente pochi soldi che li deve chiedere all'imprenditore di turno, che spesso è lo stesso imprenditore che fa a turno da solo, mediante il Project Financing che tradotto in italiano vuol dire: 'Vieni quà che ti faccio fare un affare'
Vanta: la Teramo mare che finisce a Mosciano ( a 8 Km dal mare; l'unica opera che per tempi di realizzazione fa concorrenza alla Salerno Reggio Calabria); un palazzetto da 3000 posti senza l'acustica; la Schtanda (2); un centro commerciale con 'in-contro soffitti' e stadio di fianco (così gli ultras, tra uno scontro e l'altro con la polizia, potranno fare anche la spesa); un futuro nuovo parcheggio-teatro e soprattutto una frega di matti, per strada e non.
In compenso Teramo a differenza delle altre province possiede le mazzarelle e le virtù(3) e almeno in questo in Abruzzo non la batte nisciù. (4)
(CONDINUA ?)
Note
(1) 'Na vota corre lu lebbr, na vota lu cacciator' Una volta corre la lepre una volta il cacciatore, proverbio abruzzese
(2) Per far posto al supermercato Standa, venne abbattuto nel 1959 il Teatro dell'opera, edificato nel 1868
(3) Piatti tipici della cucina teramana
(4) Nessuno
SCOPRI ANGHE TU L'ABRUZZO, QUESCHTO SIMBATICO SCONOSCIUTO
Guida a cura dell'illuschtrissimo Prof. Andonio Di Giuschtino: etilista, maeschtro delle mazzate e tattico del Tressette
1 BREVE INTRODUZIONE E CENNI GENERALI
L' Abruzzo è una regione compresa all'interno dei confini dell'Abruzzo.
È bagnata ad Est dal mare Adriatico e al suo interno dal Montepulciano d'Abruzzo. L'Abruzzo è sito nel centro Italia, centro-nord o centro sud, a seconda di come gli fa più comodo. Gli abitanti vengono chiamati: Abruzzesi, Aprutini o Cafoni (dipende da chi li chiama).
Le attività principali sono: Industria, agricoltura, pesca, pastorizia, ricerca di finanziamenti europei, agriturismo, Project Financing, sagre ed eventuali.
L'attuale amministrazione regionale è di centrosinistra, o almeno così si dice in giro.
Il clima è variabile da zona a zona, di giorno in giorno, nel corso dell'intero anno solare.
La principale fonte di alimentazione è il porco, con immensa gioia degli abruzzesi, un po' meno del porco. Segue la pecora, sul podio il pesce, struzzo non pervenuto, la lepre (lu lebbr (1)) insegue.
L'unità monetaria in corso è 'Li sold' altrimenti detti 'Euri', che oltre al potere d'acquisto conferiscono anche prestigio e notorietà. Inoltre sostituiscono all'occorrenza tutte le altre unità di misura di uso comune. Se ostentati possono generare Mmìtia (l'invidia)
Gli sport principali praticati dagli abruzzesi sono: lu pallò (il calcio), lu bàsk (la pallacanestro), la pallavvò (la pallavolo), lu bàgn (il nuoto), la fèscht (la sagra) e la tàzz (l'etilismo). Alcune minoranze pedemontane praticano jù regbi (il rugby).
La Religione è Cattolica, ma viene messa a dura prova: nei bar, nei campi di calcio e soprattutto nelle banche. Le banche sono onnipresenti nel territorio abruzzese, forse aiutate da un particolare microclima appenninico, esse fioriscono nelle città (in particolare nei centri storici) in maniera spontanea sostituendosi ad altre attività. (ATTENZIONE, da tenere in seria considerazione: se si visita una città abruzzese evitare di affezionarsi a qualsivoglia attività commerciale e a nessun dipendente in particolare, poiché al vostro ritorno in una successiva visita potreste non trovarlo più.) Per motivi strettamente legati all'attività bancaria, nei pressi di una banca troverete sempre un Bar aperto.
L' abruzzese 'forte e gentile' è molto orgoglioso dei suoi cibi (consigliati), dei suoi vini (suggeriti), ma soprattutto dei suoi parenti (raccomandati), anche se il vanto supremo per l'abruzzese è rappresentato da Rocco Siffredi, in arte Rocco Tano.
Gli Abruzzesi sono un popolo molto cordiale, aperto, generoso, affabile, finchè non li conosci.
L'abruzzese è permaloso e se legge questa guida magari si incazza e mi mena pure, ma magari si incazzasse davvero...sarebbe un buon inizio.
2 CAPOLUOGO E PROVINGE
Le provinge sono quattro: L'Aquila, Pescara, Chieti e Teramo.
Dinamiche di provingia
L'Aquila Non ce l'ha con nessuno, si fa i fatti suoi perché tanto è il capoluogo: ci fa freddo, è piena di salite senza neanche una discesa e tutti giocano a rugby, anche vecchi e bambini. (Se durante una passeggiata vi sentite placcare da un'anziana, tranquilli, si usa)
L'amministrazione comunale è di centro...boh...vabbè tanto è uguale.
Il capoluogo se ne stà nascosto dietro al Gran Sasso e non da fastidio a nessuno, neanche quando vogliono bucare la montagna (anzi le piace, è guardona). Da che ho memoria è sempre stata lì, ferma.
Vanta: La fontana delle 99 cannelle; La fontana luminosa (costruita per fare cifra tonda); Collemaggio; La Perdonanza; un Mammuth morto e un Mario Magnotta vivo.
Pescara ce l'ha con L'Aquila, vuole essere il capoluogo in quanto lei ha i soldi, però con i soldi ancora non si è riuscita a comprare una delle poche cose che ancora gli mancano: la Storia (comunque si stanno attrezzando, forse se la fanno prestare da Chieti).
Per gli abruzzesi Pescara è una città costruita all'interno dell'Abruzzo, per i pescaresi l'Abruzzo è una regione costruita intorno a Pescara.
Vanta: Un sacco di soldi; un sacco di alberghi; un sacco di negozi; un porto canale; un Mare Adriatico; troppi politici; un asse attrezzato e il comico 'Nduccio.
Chieti ce l'ha con Pescara, perché vorrebbe essere Pescara e invece è Chieti. Chieti comunque è come Pescara, con meno soldi e senza mare. Pescara sta a Chieti come Milano sta a Milano 2. In ogni caso nel 'chietino si mangia, si beve e si fa casino'.
Vanta: Un po' meno soldi di Pescara; meno alberghi di Pescara; meno negozi di Pescara; un porto in meno di Pescara; un mare in meno di Pescara; qualche politico in meno di Pescara; un asse attrezzato come Pescara; uno Scalo in più di Pescara e il comico 'Nduccio, che è patrimonio comune ed è tutelato dal Ministero dei beni culturali. (e non zi tocca!)
Teramo ce l'ha con l'Aquila, con Pescara, con Chieti, con Roma e anche un po' con Teramo, perché non la caga nessuno e soprattutto perché non le lasciano un soldo (esclusa la Val Vibrata che è la Svizzera della provincia di Teramo).
Teramo vorrebbe essere:
A -Una qualunque delle altre province;
B -La Val Vibrata;
C -In provincia di Ascoli;
D -La Svizzera;
E -Un quartiere di Roma;
F -Tutte le cose contemporaneamente, tranne Teramo.
Ha talmente pochi soldi che li deve chiedere all'imprenditore di turno, che spesso è lo stesso imprenditore che fa a turno da solo, mediante il Project Financing che tradotto in italiano vuol dire: 'Vieni quà che ti faccio fare un affare'
Vanta: la Teramo mare che finisce a Mosciano ( a 8 Km dal mare; l'unica opera che per tempi di realizzazione fa concorrenza alla Salerno Reggio Calabria); un palazzetto da 3000 posti senza l'acustica; la Schtanda (2); un centro commerciale con 'in-contro soffitti' e stadio di fianco (così gli ultras, tra uno scontro e l'altro con la polizia, potranno fare anche la spesa); un futuro nuovo parcheggio-teatro e soprattutto una frega di matti, per strada e non.
In compenso Teramo a differenza delle altre province possiede le mazzarelle e le virtù(3) e almeno in questo in Abruzzo non la batte nisciù. (4)
(CONDINUA ?)
Note
(1) 'Na vota corre lu lebbr, na vota lu cacciator' Una volta corre la lepre una volta il cacciatore, proverbio abruzzese
(2) Per far posto al supermercato Standa, venne abbattuto nel 1959 il Teatro dell'opera, edificato nel 1868
(3) Piatti tipici della cucina teramana
(4) Nessuno
domenica 10 febbraio 2008
che periodo!
la saga delle mie avventure cominciata nel giugno 2007, continua!
è un lungo periodo in cui mi trovo in 1000 situazioni diverse, circostanze che mai, neanche per un istante, avrei immaginato di vivere.
per una volta voglio abbandonare il mio buonismo e il mio senso del perdono e vorrei mandare a quel paese un paio di persone, di cuore. tuttavia un barlume di ipocrisia ancora mi resta...
e, finché dura, mi risparmio di fare i nomi.
solo ora mi rendo conto della piega che questo post sta prendendo, specifico che non era partito come uno sfogo, avrei voluto raccontare un po' degli avvenimenti che, come l'esperienza natalizia in Piazza delle Erbe, mi hanno divertita e segnata positivamente. scriverò qualcosa di intelligente in seguito.
solo per questa volta, e con piacere, voglio generalizzare, non ragionare, scrivere d'istinto e molto incazzata che ho conosciuto e riconosciuto tanta gente di merda.
soggetti che agiscono con modalità differenti ma medesimo risultato. dentro ti lasciano un posacenere vuoto ma le cicche delle sigarette (che mi fanno schifo) sono stante spente lì !
questa è la più bella: di personalità siffatte se ne incontrano a iosa in età adolescenziale, quando, paradossalmente, la fragilità degli anni giovani conferisce una scorza più dura.
la merda prende tutte le tue risorse, le tue energie e tu non te ne accorgi, tu pensi sia una normale amicizia in cui ci si scambia, ci si passano informazioni, conoscenze...poi un bel giorno tu hai bisogno e lei non c'è, allora pensi: forse è un momento...finché dopo un po' di tempo e un sacco di buggerature (non voglio essere troppo scurrile)
scopri che quella persona ti ha solo sfruttata per fare i banalissimi cazzi suoi.
quelli che per fotterti non usano neanche un po' di classe...e che cavolo!
per fortuna ho l'abitudine di lavare sempre i posacenere in lavastoviglie, ho un certo schifo a toccarli.
è tutto passato, ora, la consapevolezza mi fa sentire un gigante ;)
la saga delle mie avventure cominciata nel giugno 2007, continua!
è un lungo periodo in cui mi trovo in 1000 situazioni diverse, circostanze che mai, neanche per un istante, avrei immaginato di vivere.
per una volta voglio abbandonare il mio buonismo e il mio senso del perdono e vorrei mandare a quel paese un paio di persone, di cuore. tuttavia un barlume di ipocrisia ancora mi resta...
e, finché dura, mi risparmio di fare i nomi.
solo ora mi rendo conto della piega che questo post sta prendendo, specifico che non era partito come uno sfogo, avrei voluto raccontare un po' degli avvenimenti che, come l'esperienza natalizia in Piazza delle Erbe, mi hanno divertita e segnata positivamente. scriverò qualcosa di intelligente in seguito.
solo per questa volta, e con piacere, voglio generalizzare, non ragionare, scrivere d'istinto e molto incazzata che ho conosciuto e riconosciuto tanta gente di merda.
soggetti che agiscono con modalità differenti ma medesimo risultato. dentro ti lasciano un posacenere vuoto ma le cicche delle sigarette (che mi fanno schifo) sono stante spente lì !
questa è la più bella: di personalità siffatte se ne incontrano a iosa in età adolescenziale, quando, paradossalmente, la fragilità degli anni giovani conferisce una scorza più dura.
la merda prende tutte le tue risorse, le tue energie e tu non te ne accorgi, tu pensi sia una normale amicizia in cui ci si scambia, ci si passano informazioni, conoscenze...poi un bel giorno tu hai bisogno e lei non c'è, allora pensi: forse è un momento...finché dopo un po' di tempo e un sacco di buggerature (non voglio essere troppo scurrile)
scopri che quella persona ti ha solo sfruttata per fare i banalissimi cazzi suoi.
quelli che per fotterti non usano neanche un po' di classe...e che cavolo!
per fortuna ho l'abitudine di lavare sempre i posacenere in lavastoviglie, ho un certo schifo a toccarli.
è tutto passato, ora, la consapevolezza mi fa sentire un gigante ;)
venerdì 11 gennaio 2008
Tra gli auguri più divertenti che ho ricevuto per il 2008.....
concedetemi della sana ironia rispetto agli auguri di circostanza, licenziosi, sinceri, di prosperità, pacifisti.....o come vi è parso più opportuno....
"Speriamo che questo 2008 sia un'ottima annata per le zucchine e le melanzane".
p.s. Rischio di inibire, già da ora, gli auguri per il 2009. cavoli! poi per me il rischio è doppio, ci sono pure gli auguri di compleanno. Magari sto post lo cancello! :-)
p.p.s. un abbraccio a tutti gli amichetti miei.
concedetemi della sana ironia rispetto agli auguri di circostanza, licenziosi, sinceri, di prosperità, pacifisti.....o come vi è parso più opportuno....
"Speriamo che questo 2008 sia un'ottima annata per le zucchine e le melanzane".
p.s. Rischio di inibire, già da ora, gli auguri per il 2009. cavoli! poi per me il rischio è doppio, ci sono pure gli auguri di compleanno. Magari sto post lo cancello! :-)
p.p.s. un abbraccio a tutti gli amichetti miei.
giovedì 10 gennaio 2008
nov. dic. 2007
impacchettare, fare scontrini, essere cortese, gentile e ben disposta ad accogliere e far venire fuori esigenze e fantasie altrui circa regali più o meno importanti, meditati da tempo o dell'ultim'ora, svogliati o scelti dal profondo del cuore, c'era chi con una carica emozionale straordinaria si apprestava alla scelta e chi indifferente, meccanicamente ordinava 10 pacchi identici...ogni volta aveva poco tempo per caratterizzare e figurarsi i destinatari dei magici doni con i loro volti, le loro passioni e hobby, le loro case, l'organizzazione degli spazi interni ed esterni, l'arredamento, i ruoli nei posti di lavoro: colleghi, subalterni, superiori.
Pochi attimi per consigliare, suggerire la tattica giusta per scegliere un regalo indimenticabile.
In questi lunghi istanti l'unica via d'uscita era sperare di scorgere tra i tessuti esposti in vetrina una faccia amica o sperare che qualche accadimento portasse fuori dalla gelateria l'esigente, indeciso e malcapitato (mi riferisco alla commessa!) cliente.
L'angoscia della commessa avrebbe potuto però liberarsi e riscattarsi al momento di impacchettare,
ma la lucidità mostrata durante il rifornimento dei materiali per confezionare: carta, nastri, gomitoli di iuta, scatole...non le hanno permesso di realizzare, almeno non deliberatamente, pacchetti orribili.
Alcuni casi sono davvero interessanti.
Mamma moderna con poco tempo e tanta voglia di ben figurare che, comprando il regalo per la suora insegnante della sua figlia, chiedeva una confezione che valorizzasse il presepe appena acquistato. (cosa ci sarà da valorizzare in un presepe?).
L'appassionata botanica attempata che si riprometteva di ricambiare l'interesse mostrato dalla venditrice, per la sua passione floristica, con un segnalibro fatto da lei artigianalmente.
Proprio come, anni prima, Cuorina, dicendo di chiamarsi così, le aveva portato una rosa rossa, colta chissà dove. Un omaggio per ricompensarla dei cordoncini in iuta rossi che le aveva dato per confezionare degli oggetti.
Probabilmente in questo vortice natalizio si era anche distratta, scoprendo a sera di aver preso una qualche fregatura. Una sera si era trovata con una pianta grassa in più che chiamò Enza! Per 3 euro un tale sulla cinquantina, di costituzione robusta, in giacca, cravatta e camicia bianca
spacciandosi come ex collaboratore di Renzo Arbore, era riuscito a strapparle l'offerta minima per finanziare il concerto del suo gruppo a Vetralla (mi sa che ho presa la sola!).
impacchettare, fare scontrini, essere cortese, gentile e ben disposta ad accogliere e far venire fuori esigenze e fantasie altrui circa regali più o meno importanti, meditati da tempo o dell'ultim'ora, svogliati o scelti dal profondo del cuore, c'era chi con una carica emozionale straordinaria si apprestava alla scelta e chi indifferente, meccanicamente ordinava 10 pacchi identici...ogni volta aveva poco tempo per caratterizzare e figurarsi i destinatari dei magici doni con i loro volti, le loro passioni e hobby, le loro case, l'organizzazione degli spazi interni ed esterni, l'arredamento, i ruoli nei posti di lavoro: colleghi, subalterni, superiori.
Pochi attimi per consigliare, suggerire la tattica giusta per scegliere un regalo indimenticabile.
In questi lunghi istanti l'unica via d'uscita era sperare di scorgere tra i tessuti esposti in vetrina una faccia amica o sperare che qualche accadimento portasse fuori dalla gelateria l'esigente, indeciso e malcapitato (mi riferisco alla commessa!) cliente.
L'angoscia della commessa avrebbe potuto però liberarsi e riscattarsi al momento di impacchettare,
ma la lucidità mostrata durante il rifornimento dei materiali per confezionare: carta, nastri, gomitoli di iuta, scatole...non le hanno permesso di realizzare, almeno non deliberatamente, pacchetti orribili.
Alcuni casi sono davvero interessanti.
Mamma moderna con poco tempo e tanta voglia di ben figurare che, comprando il regalo per la suora insegnante della sua figlia, chiedeva una confezione che valorizzasse il presepe appena acquistato. (cosa ci sarà da valorizzare in un presepe?).
L'appassionata botanica attempata che si riprometteva di ricambiare l'interesse mostrato dalla venditrice, per la sua passione floristica, con un segnalibro fatto da lei artigianalmente.
Proprio come, anni prima, Cuorina, dicendo di chiamarsi così, le aveva portato una rosa rossa, colta chissà dove. Un omaggio per ricompensarla dei cordoncini in iuta rossi che le aveva dato per confezionare degli oggetti.
Probabilmente in questo vortice natalizio si era anche distratta, scoprendo a sera di aver preso una qualche fregatura. Una sera si era trovata con una pianta grassa in più che chiamò Enza! Per 3 euro un tale sulla cinquantina, di costituzione robusta, in giacca, cravatta e camicia bianca
spacciandosi come ex collaboratore di Renzo Arbore, era riuscito a strapparle l'offerta minima per finanziare il concerto del suo gruppo a Vetralla (mi sa che ho presa la sola!).
venerdì 23 novembre 2007
sabato 24 novembre...super colazione
dalle 9, 30 appuntamento da Gelart
in Piazza delle Erbe...!
non possiamo mancare...
in Piazza delle Erbe...!
non possiamo mancare...
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